Quando 30 anni fa un gruppo di amici interessati alla tutela dell’ambiente diede vita all’associazione L’Umana Dimora era a loro ben chiaro il mandato biblico: “custodire e coltivare la terra”. Mandato che dà all’uomo un potere limitato di usare dei beni della Terra, secondo la millenaria saggezza dell’uomo coltivatore, che ha a disposizione una rendita, ma non può disporre ad arbitrio del capitale. 
A differenza degli altri viventi l’uomo, come essere dotato di razionalità, non può agire istintivamente, anche nelle azioni che influiscono sull’ecosistema. Soprattutto perché i progressi nella conoscenza gli permettono di valutare l’effetto delle sue azioni oramai in ogni ambito della sua vita. 
Proprio per questo trova sempre più applicazione il principio della prudenza, al quale anche le sempre più sofisticate tecniche di indagine devono rispondere. In particolare si conoscono bene gli effetti collaterali del sistema air gun che viene proposto, ma che in un mare come l’Adriatico, di limitata estensione e nel quale è presente una notevole ricchezza e quantità di risorse ittiche, questa tecnica può vedere amplificati i suoi effetti collaterali negativi. 
A ciò si deve aggiungere che nel caso le indagini –come si ipotizza- confermino la ricchezza dei giacimenti di gas e quindi si avvii l’estrazione di fluidi dagli strati rocciosi, su i nostri e su altri litorali si assisterà all’aumento della velocità di subsidenza, come già è avvenuto nelle coste ravennati e ferraresi, come confermano le misure eseguite e reperibili in numerose pubblicazioni scientifiche. 
E’ anche questo un motivo per il quale l’associazione L’Umana Dimora aderisce a questa manifestazione.

 

 

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