Tour scientifico alla scoperta del Nord Adriatico con la Dott.ssa Lucilla Capotondi, ricercatrice presso il CNR-ISMAR

 

Sito interessante per seguire il monitoraggio in Adriatico: 

http://www.ismar.cnr.it/infrastrutture/sistemi-osservativi/boe-piattaforme-e-altre-reti-fisse  

(clicca su S1 ed E1)
 

A conclusione dell'incontro la dott.ssa Capotondi ha risposto a due domande di cui riportiamo la trascrizione. 

Domanda. Quali sono i prossimi progetti di ricerca in Adriatico
Risposta. Ci sono diversi progetti su diversi ambiti perché lo studio del mare è interdisciplinare, si va da quelli che studiano la biologia cioè le specie presenti nel mare, a studi geologici, per vedere se i fondali sono stabili o se aumenta la subsidenza. Io mi sto occupando di due progetti: il primo è un progetto Italia - Croazia, studiamo come vorremmo presentare alla e amministrazioni un osservatorio ecologico che tenga conto di tanti parametri, dei fisici ai geologici ai biologici per la conservazione. Vorremmo farne un sito protetto seguendo le indicazioni dei siti Natura 2000, trasformandolo in un sito in mare.
il secondo si occupa del mantenimento di tre osservatori, uno davanti a Venezia, uno davanti al Delta del Po e uno davanti a Rimini, perché gli osservatori saranno il futuro: attraverso gli osservatori potremo avere tanti dati in diretta.
Il prossimo strumento è un campionature di particelle di plastica anche in atmosfera perché abbiamo scoperto che ci sono particelle di plastica anche in atmosfera.


Domanda. Nel periodo di lockdown, sulla terraferma si è assistito a comportamenti della fauna particolari, come ad esempio animali selvatici che si avvicinavano molto ai centri abitati. Ma il mare ha avvertito il lockdown e in che misura?
Risposta. In seguito alle restrizioni adottate per il contenimento dell’epidemia di COVID-19 si è avuta una riduzione della pressione antropica a scala generale e questo ha offerto alla comunità scientifica la possibilità di osservare e studiare i processi naturali che condizionano la qualità delle acque oltre che di valutare l’impatto delle attività umane negli ecosistemi costieri. Ad esempio, studi condotti nella laguna di Venezia grazie alle immagini satellitari Sentinel-2 del programma europeo Copernicus, hanno evidenziato un notevole miglioramento della trasparenza delle acque intorno alla città e nelle direttrici più critiche all’interno della laguna. Questo fenomeno, oltre che dovuto a determinati fattori stagionali naturali, sicuramente è stato favorito in gran parte dalla riduzione del moto ondoso in seguito alla diminuzione del traffico acqueo ed al calo di scarichi urbani dovuto alla mancanza del carico turistico solitamente continuo e sostenuto in questa città (Braga et al., 2020). Per gli stessi motivi, è stata registrata anche una diminuzione di alcuni inquinanti rilevati nelle acque. E’ in atto una straordinaria campagna di misure e osservazioni lungo alcuni degli ambienti marini e costieri (hotspot) italiani maggiormente interessati dalle pressioni antropiche, portata avanti dal progetto SNAPSHOT (http://snapshot.cnr.it/) che coinvolge 10 Istituti di ricerca coordinati dal CNR proprio per vedere i cambiamenti e gli effetti di questa situazione eccezionale.

Riferimento bibliografico: Braga, F., Scarpa, G. M., Brando, V. E., Manfè, G., & Zaggia, L. (2020). COVID-19 lockdown measures reveal human impact on water transparency in the Venice Lagoon. Science of The Total Environment, 139612. https://doi.org/10.1016/j.scitotenv.2020.139612 

 

 

 

 

 

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