andammo con nostri volontari a dare una mano. La valle fu sommersa da una quantità eccezionale di neve, come non se ne ricordava a memoria d’uomo. Il pur efficiente sistema di Protezione civile, locale, provinciale e regionale non era sufficiente a fronteggiare la situazione.
Il 5 febbraio eravamo nella frazione di Montemaggio per liberare gli accessi di abitazioni e stalle. Alcuni dotati di ciaspole raggiunsero case coloniche isolate per incontrare gli abitanti e portare alimenti a persone anziane sole. A fine giornata lasciammo due paia di ciaspole ai carabinieri di San Leo.
Dopo una breve tregua di un paio di giorni concessa dal meteo, la seconda nevicata altrettanto abbondante, mise in ulteriore difficoltà la popolazione e i soccorsi. I danni ad abitazioni, capannoni industriali e allevamenti erano consistenti; tante case coloniche e stalle rimasero isolate per molti giorni. Non c’era più spazio dove accumulare la neve tolta dalle strade e fu necessario l’intervento di squadre dal Veneto e dal Trentino, dotate di mezzi in grado di “spararla” oltre i cumuli di 4-5 metri formati ai lati delle carreggiate.
Il 12 e 19 febbraio fummo destinati nel centro storico a creare varchi nelle strade e liberare i tetti di alcune abitazioni che avevano subito infiltrazioni d’acqua. Tutte le persone che abbiamo aiutato, nonostante il disagio e la precarietà, hanno sempre manifestato la propria ospitalità. Un’esperienza che ha consolidato il nostro legame con questo territorio, ulteriormente cresciuto poi in tutti questi anni.

 

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